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  Il mestiere del progettista       
 
                            

                           LA ROTATORIA DI AMANDOLA E IL NUOVO INGRESSO IN CITTA'


TESTO ALTERNATIVO
 Planimetria di Amandola zona nord. Nuovo ingresso in città dalla nuova via Bora con rotatoria e parcheggio - Progetto di fattibilità


La rotatoria e la tangenziale nord

Il primo stralcio della tangenziale nord comprende la diramazione di via Bora e la soluzione del nodo stradale con via Nocelli. La nuova via Bora disposta in parte su rilevato raggiungerà la quota altimetrica di via Nocelli risolvendosi con questa attraverso una rotatoria. In tal modo il nodo urbano più problematico di Amandola trova soluzione in continuità con le opere costruite dalle generazioni passate.La rotatoria di via Nocelli si configura  quale snodo di distribuzione per tre parti fondamentali della città: la città storica consolidata (Piazza Garibaldi),il centro storico (chiesa di S. Francesco) e la futura Cittadella della salute e del benessere (Ospedale Civile Umbero I). Su Piazza Garibaldi piccole modifiche della sagoma stradale e della dislocazione dei parcheggi consentiranno un agevole confluenza del traffico pesante e di attraversamento su via Fabio Filzi.
Il secondo stralcio dell'opera prevede il raggiungimento della Contrada Rustici a partire dall'incrocio di via Bora; a quel punto la tangenziale nord sarà completata consentendo il diretto collegamento tra la Fermana Faleriense e la SP237.


Percorsi pedonali

L'attuale via Bora risulterà interrotta dal rilevato della rotatoria così che il suo tratto iniziale divverrà una strada senza uscita (divieto di accesso escluso residenti ed autorizzati); in buona sostanza sarà una strada chiusa a disposizione dei soli residenti.Sempre dal tratto inziale di via Bora si dipartirà un percorso pedonale (marciapiede) che attreverserà con un sottopasso il rilevato della rotatoria per poi portarsi alla quota di Via Nocelli costeggiandola sino alla Cittadella della salute.Il percorso pedonale sarà opportunamente collegato a due ascensori di cui il primo al lato del monastero delle Suore Benedettine con sbarco diretto su Via Nazario Sauro (chiesa di S. Francesco),l'altro in prossimità dell'Ospedale con sbarco sul marciapiede. 
  

Il parcheggio

Il parcheggio è distribuito su due gradoni contenuti da blocchi prefabbricati murati a secco e si diparte dalla zona sottostante l'Ospedale sino in prossimità della rotatoria. Una distribuzione dal carattere non intensivo che si adatta all'orografia del terreno. Ciascuno gradone dell'ampiezza di circa 6 metri è collegato con l'altro e con il percorso pedonale da scale fisse e rampe mobili. Al parcheggio si accede da due distinti ingressi.Le aree di sosta si raggiungono attraverso unica corsia di marcia (senso unico) con distinto passaggio pedonale.Gli stalli delle auto sono disposti a spina.L'estensione del parcheggio consente una ideale suddivisione in tre zone ciascuna al servizio di una parte della città: parcheggio Garibaldi in prossimità della rotatoria, parcheggio S. Francesco nella zona centrale, parcheggio Ospedale nell'area sottostante il nosocomio.

arch.Claudio Mecozzi - Urban designer







Partecipare alle trasformazioni della città e del territorio

L'OSPEDALE DI AMANDOLA ED IL RILANCIO DELLA CITTA'


L'ospedale di Amandola danneggiato dal sisma messo in sicurezza dai VVFF


La casa sulla roccia

" Costruire sulla roccia è sempre meglio, a meno che non non vi siano fratture" sono le parole di un importante docente di geologia dell'Università di Camerino rispondendo alla mia domanda rispetto alla possibilità di un primo fondamentale discrimine qualitativo sulla scelta delle aree per le nuove edificazioni. Costruire sulla roccia è sempre meglio perchè significa ridurre l'amplificazione delle onde sismiche. Del resto si tratta di conoscenze antiche che ritroviamo espresse metaforicamente già nel Vecchio Testamento "la casa costruita sulla roccia.....".
I centri storici marchigiani sorti in epoca medioevale in cima alle colline sono espressione di questa sapienza costruttiva;gli antichi sapevano scegliere i luoghi dove costruire anche dal punto di vista sismico.La riprova l'abbiamo ancora una volta avuta con gli ultimi eventi sismici dove i danni agli edifici sono stati meno distruttivi nei centri storici che poggiano su terreni rocciosi.Montefalcone Appennino,Smerillo,Monte San Martino e lo stesso Montefortino sono centri storici del cratere sismico in tutta evidenza costruiti sulla roccia dove i danni maggiori si riscontrano nelle contrade di campagna piuttosto che nel capoluogo. Vi è dunque una conoscenza millenaria collaudata sul campo che non possiamo disconoscere e che ci fornisce le indicazioni per una indagine qualitativa orientando prioritariamente le indagini di microzonazione nei terreni di pianura di origine alluvionale che presentano caratteristiche meno favorevoli dal punto di vista sismico. L'area di Piandicontro ad Amandola rientra in questa seconda categoria diversamente dal promontorio roccioso dove sorge l'ospedale storico che per caratteristiche geologiche si costituisce quale uno dei siti più sicuri dal punto di vista sismico. Gli antichi non avevano sbagliato. Dunque per costruire un nuovo edificio ospedaliero si andrebbe a scartare il sito migliore per scegliere quello peggiore ? Da un punto di vista qualitativo così infatti si presenta il confronto tra questi due luoghi rispetto al parametro della sicurezza sismica; una caratteristica di fondo che accurate indagini di microzonazione non potranno che confermare.


Costruire sul costruito

Non vi è preclusione rispetto alla volontà di una nuova edificazione ma questo deve esser fatto comunque con criterio rifuggendo da mediocrità e subdole speculazioni. Il complesso dello storico ospedale di Amandola è caratterizzato da differenti corpi di fabbrica relizzati in epoche diverse. In particolare il nuovo ospedale costruito negli anni novanta - riconoscibile dal rivestimento esterno a mattoncini - realizzato su struttura portante intelaiata in cemento armato è distribuito su tre parti tra loro separate da giunti strutturali.Cosa significa questo? Significa che possiamo avere un criterio operativo aperto a più possibilità.In prima battuta possiamo dire che i danneggiamenti ai tamponamenti dovuti al sisma come quelli che si riscontrano nel nuovo ospedale di Amandola generalemte si risarciscono con un buon intervento di adeguamento sismico.Dovendo considerare caso per caso è pacifico che và fatta prima una stima dei costi dell'intervento previsto considerando se questi sono convenienti rispetto alla vita residuale dell'edificio. Un accurata indagine preventiva può portare ad esempio a considerare la non convenienza dell'adeguamento solo per una o due delle tre parti. In ogni caso tutte le parti del complesso ospedaliero che a seguito di tale indagine dovessero risultare non conveniente adeguare andranno demolite, è semplice, ricostruendo l'edilizia che serve nella stessa area di sedime.Se emergesse che a distanza oramai di più di un anno questo lavoro di indagine non sia stato fatto sarebbe sconcertante. Evitare di sprecare risorse è questione fondamentale per questo oggi la cifra di ogni qualificato intervento di trasformazione urbana si chiama riabitare; riabitare gli edifici e la città. Dunque, o si adegua sismicamente o si demolisce ricostruendo esattamente sullo stesso posto. In questo modo i tempi e costi di costruzione risulteranno più che dimezzati. Riutilizzando le fondazioni esistenti potrà essere impiegata la tecnologia degli isolatori sismici a sostegno della struttura multipiano. Del resto quale Amministrazione andrebbe oggi a proporre un nuovo ospedale nell'area dei Monti Sibillini privo della moderna e ampiamente collaudata tecnologia degli isolatori sismici? Questo è il giusto metodo per intervenire ed eventualmente ricostruire un nuovo edificio ospedaliero ad Amandola; non solo perchè il sito storico collinare offre le migliori garanzie dal punto di vista sismico ma perchè è il miglior criterio edilizio ed urbanistico.E' la scelta corretta che non disperde risorse destinandole piuttosto alla riqualificazione della città e della mobilità urbana (carrabile e pedonale) rifuggendo dalla tentazione di nuove espansioni che costituirebbero un escamotage per non risolvere i problemi.Questi se non adeguatamente affrontati sono destinati nel tempo ad ingrandirsi. Aumentando la superficie urbanizzata si sparpagliano gli investimenti ed aumentano i costi di manutenzione a fronte di risorse sempre più contingentate per l'ordinaria amministrazione.Và da sè che nelle aree urbane più trascurate facilmente potranno innescarsi processi di degrado,abbandono,ghettizzazione e quant'altro. La eventuale scelta di non "stare sul pezzo" ovvero nel sito dell'ospedale storico si rivelerebbe dunque in tutta evidenza errata.Non possono essere trasferiti tout-court modelli presi da altre città e territori;questi richiedono di essere calati nello specifico di ogni realtà urbana e territoriale. La "fuga" dalla città storica consolidata rappresenterebbe nel caso di Amandola fuga dai problemi. L'espansione edilizia risulterebbe una scappatoia per evitare di affrontare la complessità dove però alle questioni urbane non risolte si aggiungerebbero nuovi problemi. Le scelte di carattere urbanistico spettano alla Pubblica Amministrazione non senza la partecipazione dei cittadini. Le scelte urbanistiche richiedono di essere qualificate, necessitano di essere contemperate con la sicurezza antisismica e la tutela paesaggistica e vengono prima di ogni scelta di carattere edilizio.


Cittadella della salute e del benessere

Il complesso dell'ospedale storico di Amandola sviluppa oltre 10.000 metri quadrati di superficie utile distribuita su tre-quattro livelli in otto distinti corpi di fabbrica dislocati attorno a due corti aperte. Si tratta di area stabile dal punto di vista idrogeologico ed urbanizzata, prossima al centro storico ma da esso distinta. Gli edifici sono complessivamente in buono stato di conservazione strutturale salvo gli opportuni riscontri economici per alcuni di essi atti a verificare la convenienza dell'adeguamento. Questo potrà procedere per parti in modo da consentire in breve tempo il ripristino di tutti i servizi sanitari principali.Considerando le risorse economiche in campo vi è dunque per Amandola un opportunità storica per rilanciarsi quale città dei servizi facendo perno proprio sull'intera riqualificazione dello storico ospedale. Questa potrà avvenire per lotti attraverso l'adeguamento sismico e ove necessario con nuovo edificato previa demolizione. In ogni caso tempi e costi per il ripristino dell'intera superficie saranno più che dimezzati rispetto l'ipotesi di un nuovo sito.Vi sono infatti tutte le condizioni per trasformare l'area ove sorge il complesso ospedaliero in una Cittadella della salute dove ospitare oltre ai servizi sanitari fondamentali - propri di un ospedale di primo livello - anche una pluralità di servizi complementari (non solo la RSA) destinati alla cura della persona. Un sito che ha tutte le potenzialità per divenire una Cittadella della salute e del benessere da proporsi a livello internazionale e dove i diversi corpi di fabbrica una volta opportunamente ristrutturati potranno accogliere distintamente ed in sinergia i differenti servizi.

arch.Claudio Mecozzi






Partecipare alle trasformazioni della città e del territorio

LA CIRCONVALLAZIONE DI AMANDOLA ED IL POLO LOGISTICO INTERREGIONALE DI PIANDICONTRO


Planimetria - Un sistema stradale per il traffico pesante e di attraversamento rivolto al futuro della città. Non interferisce con la viabilità residenziale urbana dispiegandosi nel territorio seguendo i tracciati viari storici.


Strade e territorio

Nel tracciamento di nuove strade le considerazioni di carattere orografico ed idrogeologico specialmente dinanzi a territori fragili come quelli marchigiani costituiscono il principale criterio operativo. Nello specifico del territorio amandolese all'altezza di S. Maria a Piedagello la strada provinciale Fermana-Faleriense (SP239) proveniente dalla costa abbandona la vallata del Tenna per iniziare a risalire il sistema collinare di Amandola. A quell'altezza una strada vicinale si diparte proseguendo sulla vallata del Tenna costeggiandone la riva destra sin oltre la diramazione con il torrente Vetremastro dove sull'altra sponda prende forma la spianata di Piandicontro. Si tratta di una strada storica - probabilmente arcaica - che si dispiega su un territorio stabile dal punto di vista idrogeologico seguendo l'andamento digradante del pendio sino a portarsi dopo circa 1 Km all'altezza del rilievo di Piandicontro. I percorsi storici che si adattano all'andamento del terreno ci forniscono utili indicazioni per la costruzione delle nuove strade; abbiamo capito oramai che la natura vuole esser rispettata e presa per il suo verso altrimenti il prezzo che si paga è molto alto. Questa strada vicinale che attraversa una territorio privo di edificazione si presenta dunque adatta ad essere opportunamente ammodernata. Un viadotto lungo circa 170 metri su due piloni a collegamento delle due sponde del torrente Vetremastro consentirà di raggiungere il rilievo di Piandicontro. Da quì proseguendo per circa 450 metri ci si allaccia a via Alessandro Volta.



Le due parti della circonvallazione di Amandola (tangenziale est e tangenziale nord)

Quella descritta è la parte est della cosidetta circonvallazione di Amandola più correttamente da denominarsi tangenziale.Dunque nel suo complesso la tangenziale est avrà una lunghezza di circa 1,650 Km. L'altra parte si dispiega invece a nord della città (tangenziale nord); da realizzarsi attraverso l'adeguamento della strada vicinale esistente che con 2,5 km collega la Fermana-Faleriense (SP239) alla frazione di Rustici (SP237). Le due tangenziali sono entrambi distanti dalle aree urbanizzate e pertanto nè interferiscono con esse nè da esse sono condizionate. L'adeguamento delle strade vicinali consiste in buona sostanza nel raddoppio della sezione stradale unitamente alle opportune rettifiche senza eccedere oltre il necessario con la movimentazione del terreno. Nel dispiegarsi del percorso le due tangenziali comprenderanno i necessari svincoli e raccordi stradali unitamente alla opere di contenimento del terreno e smaltimento acquee.Un progetto moderno da realizzarsi per lotti che contempera la sostenibilità con l'efficienza. Ripercorrendo per il 90% la rete stradale vicinale esistente minimizza il consumo di suolo agricolo e rispetta il paesaggio.


Collegamenti con l'ospedale e la città storica 

La tangenziale nord si dirama per l'ingresso in città attraverso un nuovo raccordo tra via Bora e lo stradone dell'ospedale (via Nocelli). Tale tratto stradale misura circa 400 metri. Mantenere l'ospedale nel suo storico sito oltre che risultare la migliore scelta dal punto di vista sismico consente di affrontare il tema delle infrastrutture destinate alla mobilità in sinergia con tutta la città. Adeguare ai giusti standards la viabilità urbana in quel nodo significa rigenerare un punto strategico della città consentendo all'ospedale di espletare efficacemente i servizi sanitari.Riguardare nel suo insieme il sistema della viabilità urbana (carrabile e pedonale) comporta la realizzazione di un opportuno parcheggio a monte di via Bora collegato a un percorso meccanizzato a servizio dell'ospedale e della città storica.


Piandicontro polo logistico interregionale

E' la natura del territorio che consente di integrare l'area produttiva di Piandicontro con il nuovo sistema stradale di circonvallazione. Il collegamento di Piandocontro direttamente con la Faleriense-Fermana costituisce un opportunità strategica che non deve essere persa.Le due tangenziali così interpretate rappresentano una straordinaria occasione per la valorizzazione di Piandicontro quale sito di sosta e di scambi a metà strada sul collegamento pedemontano tra la Salaria e la superstrada Civitanova-Foligno.L'area di Piandicontro intesa quale polo logistico interregionale costituirà incentivo all'ammodernamento della Fermana-Faleriense. Piandicontro come Cittadella delle attività produttive e commerciali e snodo di livello interregionale potrà essere nelle condizioni di attrarre investimenti; nuova e valida opportunità di sviluppo per l'intero territorio provinciale.Come non comprendere che nelle aree costiere oramai sature di edificato vi sono sempre meno spazi adeguati per le attività produttive mentre le aree interne con le nuove infrastrutture che si sono realizzate e con quelle ancora da ammodernare costituiscono una risorsa strategica per il futuro delle Marche.E' pertanto indispensabile saper cogliere queste opportunità con una visione lungimirante ed interdisciplinare progettando adeguatamente il futuro della città. Lo sviluppo non piove da cielo ma è frutto di scelte progettuali corrette ed opportunamente integrate tra di loro. Viceversa se si sbaglia si perde il treno.
 

La risorsa paesaggistica

Percorrendo la sp 237 da Comunanza si giunge a Piandicontro dove i monti Sibillini è come se ti venissero incontro e sembra poterli toccare con mano.Una prospettiva dove Amandola si presenta ancora al viaggiatore immersa in una cartolina naturalistica. Infatti l'espansione edilizia dell'area industriale di Piandicontro è chiaramente delimitata dalla strada lasciando incontaminato il paesaggio sulla sinistra. Da un lato dunque Piandicontro quale area industriale e commerciale da riqualificare in chiave logistica dall'altro il paesaggio che è anchesso un "industria" forse ancor più importante per il futuro di Amandola. E' necessario pertanto evitare il danneggiamento del paesaggio e l'ulteriore consumo di prezioso suolo agricolo.Il sito per l'ospedale di Amandola c'è già;confermatosi lungo i secoli risulta anche dinanzi alle attuali sfide il più adeguato.Le scelte di carattere urbanistico spettano alla Pubblica Amministrazione non senza la partecipazione dei cittadini. Le scelte urbanistiche richiedono di essere qualificate, necessitano di contemperare efficienza,sviluppo e sicurezza nel rispetto del sistema idrogeologico e paesaggistico.

arch.Claudio Mecozzi


 
Foto - Auguri di Buon Natale da Amandola nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini (Località Piandicontro,sullo sfondo i Monti Priora e Monte Amandola). Salviamo il paesaggio
Il Resto del Carlino Cronache Fermane
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