Arte e simbologia
LA CHIESA DI S.ANTONIO DI PADOVA A FERMO
L'architettura e i restauri
Il 13 Giugno 2017 ho partecipato alla S. Messa nella neo-restaurata chiesa di S.Antonio di Padova a Fermo. Ho potuto osservare un buon lavoro di restauro della copertura e delle altre parti costituenti la struttura. Anche per le quattro pareti realizzate da moderne vetrate artistiche ho notato un appropriato intervento di ripristino strutturale. La chiesa di S.Antonio di Padova a Fermo progettata nei primi anni settanta dall'ing. Lino Fagioli costituisce testimonianza di una architettura moderna in continuità con la tradizione. La pianta della navata
è generata dalla figura geometrica del quadrato simbolo dell'umano e lo slancio verticale è segno della tensione verso Dio. Sono caratteri questi che nell'impostazione simmetrica contrassegnano le chiese della cristianità dall'età medioevale sino all'epoca moderna.I nuovi materiali della modernità consentono sintesi strutturali del tutto nuove ed ecco che nella chiesa di S.Antonio a Fermo le pareti, le falde di copertura e la torre
sono risolti in un unico essenziale gesto compositivo. Le quattro travi che sorreggono la copertura percorrono in direzione diagonale la navata
quadrata e formano al centro una stella a quattro punte da cui si diparte lo scatto verticale della torre. Questa riassume con un segno basilare il tiburio, la lanterna
e la cella campanaria e le campane sono sostituite dagli altoparlanti. Nella torre
rastremata verso l'alto viene così rimarcato ed enfatizzato in forma nuova null'altro che il valore simbolico dello slancio verso il Cielo. Le inclinazioni e le sporgenze delle otto falde di copertura disegnano attorno alla torre
un ottagono regolare. Le figure geometriche e gli elementi propri della tradizione sono riletti nella trasformazione della tipologia storica attraverso il linguaggio del moderno. Un opera di architettura contemporanea espressione di una sintesi figurativa radicale derivante dalla straordinaria capacità di plasmare il cemento armato che in Pier Luigi Nervi ebbe il maestro indiscusso. Nella Chiesa di S. Antonio di Padova a Fermo è dunque ancora possibile riconoscere la matrice tipologica storica; la capacità di interpretare la modernità in continuità con le identità culturali dei popoli.
Sperimentalismo
Nell'analisi della chiesa di S. Antonio a Fermo è necessario partire da una fondamentale distinzione: da un lato vi è la chiarezza compositiva delle linee strutturali che contraddistinguono l'opera architettonica e dall'altro vi è una concezione dello spazio liturgico di carattere sperimentale. Siamo infatti negli anni dell'immediato post Concilio VII ed il progettista ha dovuto sottostare a direttive sulla progettazione dell'interno del tutto inedite. La cattiva interpretazione del Concilio VII ha imposto a partire da quegli anni una vera e propria rivoluzione della spazialità liturgica che nei secoli si era organicamente configurata in continuità con la tradizione ( ermeneutica della continuità e della rottura - J. Ratzinger - Benedetto XVI°). Basti pensare solo all'altare
rivolto verso il popolo e a tutto ciò che ne deriva. Distintamente è da considerare la soluzione triangolare del portale
ripetuta specularmente sulle altre tre pareti delimitanti la navata; una scelta anche questa a mio avviso "suggerita". Il triangolo in cemento armato al centro delle pareti vetrate si impone con la sua vistosa figuratività, tuttavia non dialoga con nessuna delle parti costituenti la composizione finendo per risultare una sovrapposizione, un aggiunta estranea al contesto. Il triangolo del portale
non è generato dalla struttura come avviene per la torre
con cui viene esaltata la metodologia compositiva del Fagioli dove le forme sono conseguenziali è nulla vi è di gratuito. Non segue neanche la inclinazione delle pendenza delle falde di copertura che avrebbe potuto contraddistinguere l'architrave
del portale
all'estradosso, mantenendo orizzontale l'intradosso. Man mano si sono aggiunti gli apporti iconografici ad opera di diversi artisti, dove dalla modernità interpretata come rottura con il passato alla profanazione il passo come vedremo si è rivelato breve. L'analisi artistico-teologica della spazialità interna, delle pareti vetrate, degli altorilievi dell'altare
e più in generale dell'intero apparato iconografico della chiesa sin ad ora compiuta è aperta ad ulteriori contributi ed approfondimenti. Differenti sensibilità critiche risulteranno utili a migliorare la conoscenza e la interpretazione dei fedeli.I recenti lavori di restauro, correttamente eseguiti e rispettosi di tutto l'esistente hanno dunque avuto il merito di rimettere in luce nel bene e nel male i diversi aspetti che contraddistinguono la chiesa di S. Antonio di Padova a Fermo.
Geometrie e spazialità inquietanti
Il portale
architravato o arcuato simboleggia Cristo ma in questo caso è insolitamente realizzato in forma triangolare. All'interno le figure geometriche dei quattro triangoli intonacati di bianco emergono in tutta evidenza per contrasto dalle quattro vetrate colorate. Ne deriva una inconsueta enfatizzazione del triangolo che oltre a caratterizzare il portale
si pone sulla parete absidale facendo da sfondo all'altare
stesso. L'esaltazione del simbolismo architettonico del triangolo - estranea alla tradizione figurativa delle chiese cristiane - domina prepotentemente lo spazio. All'interno,dove viene definito lo spazio liturgico le forme dell'architettura anzichè confermare la tensione verso l'alto convergono insolitamente verso il basso.Il luogo dei fedeli è costituito da gradinate gravitanti verso il sottosuolo che obbligano ad accostarsi all'altare
con un movimento discendente. La figura geometrica circolare contraddistingue il luogo dell'altare
il quale poggia ad una quota inferiore rispetto alla navata.Lo spigolo inferiore dell'altare
è distaccato dal basamento contribuendo a dare l'impressione di un altare
che emerge da sottoterra. L'alto ed il basso rappresentano per eccellenza i due luoghi simbolici in antitesi; l'uno è il luogo del Paradiso dove abita Dio l'altro è il luogo dell'Inferno dimora del Satana. E' uno spazio liturgico concepito tutt'attorno ad una fossa dove viene espressa una simbologia ed una figuratività aliene alla tradizione della Chiesa. Sembrerebbe come uno spazio predisposto per una liturgia nuova,differente; ma per dare il culto a chi? La forma dell'altare
è nella tradizione consolidata della Chiesa quella rettangolare (quadrata), come mai in questo caso viene preferita quella circolare? L'altare
circolare è espressione della concezione ciclica del tempo propria dei culti pagani; la concezione del tempo cristiana è lineare. L'altare
circolare è espressamente proibito dalle norme CEI. All'esterno vi è l'anomalia della croce
sulla sommità della torre che anzichè esser (come d'uso) bidimensionale (latina,greca,etc) e rivolta nella direzione della facciata
secondo l'asse liturgico è insolitamente tridimensionale. Non è questa la forma della croce
del Cristo crocefisso. Non manca una qualificata interpretazione cristiana sulla simbologia della croce
a sei braccia (Clemente d'Alessandria) ma altrettanto ve ne sono di gnostiche ed esoteriche. Da che deriva una tale inusuale scelta?
La bestemmia al Crocefisso e il culto del serpente
All'interno ciò che salta immediatamente agli occhi è la soluzione iconografica espressa in due elementi fondamentali (fuochi) dello spazio liturgico quali sono il Crocefisso
ed il tabernacolo. Entrambi sono espressioni di carattere scultoreo collocate al centro della chiesa nell'area presbiteriale presumibilmente già da alcuni anni. Queste due opere non sono state oggetto dei lavori di restauro se non per una essenziale ripulitura. Del Crocefisso
colpisce il corpo dai caratteri non completamente maschili che si palesano inequivocabilmente nei lineamenti del volto. La scarsa peluria della barba non riesce ad occultare il profilo dai tratti femminili, visibili a partire dal contorno della bocca e degli occhi.Piuttosto insolito è il perizoma costituito da una fasciatura che aderisce al corpo svelandone la zona pubica di cui sconcerta l'assenza di sporgenze anatomiche. Un pube piatto conforme alle fattezze del femminile più che a quelle del maschile. Ciò che viene mostrato ai fedeli è un Crocefisso
transgender (effeminato), cos'altro? Perchè viene proposta una tale immagine avulsa dalla verità storica e dalla tradizione iconografica ? Nostro Signore Gesù Cristo è "l'uomo perfetto"
(G.S.41) secondo l'Ordine della Creazione "maschio e femmina li creo"
(Gn1,27).Cosa si vuol comunicare al popolo con un immagine di questo genere? Tutti infatti sono in grado di riconosce la differenza tra un volto maschile da uno femminile. Chi ha commissionato tale opera? Cosa rappresenta in definitiva questo Crocefisso
se non una bestemmia? Del tabernacolo
colpiscono i segni lineari e morbidi dal cromatismo dorato che in tutta evidenza alludono a serpenti intenti ad entrare ed uscire dal loro covo. La sagoma delle serpi si evince dalle forme e dalle movenze tipiche dei corpi che con il ventre aderiscono alla superficie che fà da cintura al tabernacolo; in taluni casi sono chiaramente evidenti le code dal profilo rastremato.La testa e parte del corpo si infila invece nelle cavità e nei pertugi lasciando all'osservatore l'onere dell'immaginazione. Sono serpenti "vivi" e "liberi di muoversi" dall'inequivocabile significato simbolico ("..l'antico serpente,che è il diavolo,Satana.." Ap.20,2).Quello che viene mostrato è la raffigurazione di un tabernacolo
concepito come un nido di serpi alle quali viene offerta in pasto l'Eucarestia. Un tabernacolo
adatto per stare in un tempio satanico piuttosto che in una chiesa cattolica. Cos'altro dunque starebbe a significare se non un abominio? Da qualche tempo ci vengono presentate non di rado espressioni artistiche dove ai luoghi dell'Eucarestia viene accostata l'immagine delle serpi. Composizioni che per lo più si esprimono in forme astratte e/o simulate; modalità necessarie ad occultare il carattere estraneo del soggetto così interpretato rispetto ai motivi iconografici della tradizione. Serpenti portatori del loro inconfondibile significato simbolico che idealmente liberi si muovono nello spazio più sacro delle chiese quale è il santuario
(presbiterio). Non vi è infatti alcun calcagno della SS.ma Vergine che li schiacci o lancia di S. Michele che li infilzi; se così fosse la loro presenza acquisterebbe tutt'altro significato e sarebbe non solo giustificata ma finanche auspicabile. Assistiamo invece a rappresentazioni di serpenti in libertà che si rivelano particolarmente inquietanti quando raffigurati negli oggetti della custodia e dell'esposizione delle Sacre Specie. La figura delle serpi che sormontano ed entrano all'interno del tabernacolo
per cibarsi delle Ostie Consacrate ne esalta oltremodo l'esecrabile significato simbolico. Il muoversi dei serpenti a proprio agio in un tale anomalo spazio sacro appare come preludio per un diverso culto. Un culto che si palesa e si contraddistingue negli aspetti terrificanti ancorchè propinati in modo rassicurante. Alla simbologia satanica delle serpi raffigurate sul tabernacolo
fa da pendant la bestemmia nei confronti del Crocefisso;due gesti blasfemi che contribuiscono all'interpretazione dell'intera spazialità liturgica. Non dunque un episodio isolato ma una pluralità di elementi che investono caratteri fondamentali del luogo sacro e si confermano vicendevolmente nel loro empio significato. Le immagini parlano più delle parole. Sono segni dissacratori che ci indignano profondamente perchè profanano quanto abbiamo di più caro; la Persona di Nostro Signore Gesù Cristo Crocefisso ed il Sacramento della Sua presenza viva e reale in Corpo Sangue Anima e Divinità.
arch.Claudio Mecozzi (articolo scritto nel 2017)